FIRENZE:
PROFILO STORICO E ARTISTICO
Firenze, oggi capoluogo toscano, ha origini molto antiche: la sua prima
fondazione, infatti, trova i natali presso la fiorente ed illuminata
civiltà etrusca, conquistata, verso il I secolo a.c., dall’Impero
Romano. Florentia conserva, così, per tutta
l’ Età Medievale, l’antico impianto urbanistico romano
costituito da una pianta rettangolare a maglie reticolari. Trasformatasi
in libero comune nel 1115, la città vede nei secoli la costruzione
di ben tre cinte murarie includendo l'Oltrarno, ed una fioritura di
bellezze architettoniche ed artistiche pressoché uniche.
Fin dai tempi più remoti, Firenze è patria di personalità
geniali quali: Cimabue (1240-1302), Dante
(1265-1321), Giotto (1266-1337), Brunelleschi
(1377-1446), Donatello (1386-1466), Masaccio
(1401-1428), Botticelli (1445-1510), Vasari,
Leonardo (1452-1519), Michelangelo
(1475-1564), e tanti altri che trovano in essa ispirazione e motivi
di crescita intellettuale.
Con Cimabue e Giotto, le quali opere su tavola si possono ammirare,
oggi, alla Galleria degli Uffizi, si apre la grande
stagione della “rivoluzione artistica” italiana guidata,
in particolar modo, dalle prospettive e dai volumi giotteschi. Non solo
pittore, ma anche capace architetto, Giotto inizia, nel 1334, il Campanile,
situato in Piazza del Duomo, progetto poi portato a termine da Andrea
Pisano. Qui si ergono, inoltre, la cattedrale di Santa
Maria del Fiore (1296), con la sua cupola (1436), capolavoro
ingegneristico di Filippo Brunelleschi, ed il Battistero
di origine romanica (XI sec.), le cui porte sono impreziosite dalle
formelle in bronzo dorato di Lorenzo Ghiberti (1424).
Le architetture religiose, ed i tesori in esse contenuti, sono le principali
testimonianze dei grandi talenti vissuti a Firenze dal XII al XVI secolo.
In particolare, ricordiamo la Chiesa di Santa Maria Novella
(1246-1360), dove, grazie al restauro, possiamo ancora ammirare l’imponente
Trinità con Maria e S.Giovanni (1427) di Masaccio,
gli affreschi di Ghirlandaio (1485-90), di Francesco
Allori e di Filippino Lippi (1502).
Proseguendo il nostro percorso non possiamo dimenticare la Chiesa di
Santa Croce (1294), custode della raffinata Annunciazione di Donatello,
della Pietà in stile manierista di Bronzino,
degli affreschi di Taddeo Gaddi, e di numerose tombe
di personaggi illustri. Annessi alla Chiesa troviamo, inoltre, i Chiostri
di Santa Croce, la Cappella Pazzi
e il Museo, con il noto Crocifisso di Cimabue. Da qui,
oltrepassato il Ponte Vecchio, rinomato per le molte
botteghe di orafi, ci troviamo a pochi passi dalla Chiesa di Santa
Maria del Carmine (1268), struttura romanica, la cui peculiarità
precipua è rappresentata dalla Cappella Brancacci
(1425), con gli splendidi affresci rinascimentali di Masolino
da Panicale, di Masaccio e di Filippino Lippi.
Per avere una conoscenza più completa di Firenze non possiamo
non apprezzare i numerosi edifici civili che raccontano, come un manuale
di storia, le vicende storico-politiche vissute dai fiorentini. Le singolari
Cappelle Medicee, per esempio, costituiscono l’emblema
del potere della famiglia Medici, con i monumenti funebri
scolpiti da Michelangelo, per Lorenzo Il Magnifico
ed il fratello Giuliano.
In questo senso, sono da considerarsi anche il rinascimentale Palazzo
Medici Riccardi, il Palazzo Pitti, ed il simbolo,
per eccellenza, della Repubblica fiorentina: il trecentesco Palazzo
Vecchio; quest’ultimo domina la Piazza della
Signoria, chiusa a destra dalla Loggia dei Lanzi,
dal Palazzo degli Uffizi, e, a sinistra, dal Palazzo
del Tribunale di Mercanzia.
Le principali opere pittoriche e scultoree d’arte antica sono,
attualmente, nella Galleria degli Uffizi, al secondo
piano dell’edificio manierista, progettato dal Vasari
(1559) e terminato dal Buontalenti (1585); altri capolavori
è possibile ammirarli alla Galleria dell’Accademia,
al Museo Nazionale del Bargello, al Museo Mediceo
e, per l’arte moderna, presso Palazzo Pitti, nella Galleria D’Arte
Moderna, in cui spiccano i nostri Macchiaioli.
Le vicissitudini storiche-politiche di Firenze sono legate, spesso,
alle sorti della famiglia Medici, almeno fino al 1737;
nonostante vicende alterne, infatti, come la presa del potere da parte
del Savonarola, capo per poco della Repubblica, o l’arrivo
di Carlo VIII e la fuga dalla città di Piero
De Medici, Florentia ha goduto di una straordinaria fioritura artistica,
grazie, soprattutto, alle fortune di questi ricchi banchieri (memorabile
la lungimiranza ed il raffinato mecenatismo di Lorenzo il Magnifico).
Successivamente il potere passerà ai Lorena, cacciati dalla città
nel 1859; Firenze, dal canto suo conoscerà un breve momento di
ritrovata gloria divendo la capitale del Regno d’Italia dal 1865
al 1871.